Negli anni ’20 il Giappone stava vedendo concludersi uno dei più brevi periodi della sua lunga storia: l’era Taishō, che coincise con il fugace regno dell’omonimo imperatore. Salito al trono nel 1912, a causa del suo debole stato di salute fisica e mentale si ritirò dalla vita pubblica appena sette anni dopo, lasciando la reggenza al figlio Hirohito, che gli successe ufficialmente alla sua morte, nel ’26, inaugurando una nuova era, l’era Shōwa, che, al contrario, fu la più lunga del Giappone imperiale.
Dal punto di vista delle arti visive, l’era Taishō fu un periodo seminale, durante il quale si raccolsero i frutti dell’innesto tra i movimenti artistici tradizionali (le scuole pittoriche Kanō e Rinpa, e le stampe ukiyo-e) e gli stili che arrivavano da fuori (Art Nouveau, Arts and Crafts, Cubismo, Futurismo, Dadaismo, Art déco), il tutto in un momento particolarmente fecondo per l’economia dell’arcipelago giapponese e di grande apertura della società alle mode e alle abitudini occidentali. Ciò portò a un inedito interesse per la comunicazione commerciale, che, all’inizio della successiva era Shōwa, si trasformò in una vera e propria esplosione delle arti grafiche.
«Il nascente interesse per la pubblicità creativa e l’ascesa della vendita al dettaglio commerciale portarono a un boom degli anni ’20 e ’30 dell’editoria commerciale relativa al design per soddisfare la crescente domanda di ricchi materiali di riferimento» spiega Florence Fu del Letterform Archive — grande e meraviglioso archivio di materiali relativi alla grafica di base a San Francisco — presentando proprio una di queste riviste, intitolata The Complete Commercial Artist (in giapponese 現代商業美術全集, traducibile con “Collezione completa di arte commerciale moderna”) e pubblicata in 24 numeri dal giugno del 1928 al settembre del 1930.
Fondato da un gruppo di artisti e teorici del design capeggiato da Hamada Masuji, il magazine raccolse in ogni uscita esempi (tra foto, bozzetti e progetti) di grafica, lettering, tipografia e allestimenti del periodo, sia all’estero che in Giappone, organizzando ogni numero attorno a un’area specifica: insegne, manifesti, packaging, vetrine…
Si tratta di una documentazione eccezionale per comprendere la storia della grafica giapponese (e non solo), e il Letterform Archive ha messo insieme, in un libro, una selezione delle pagine più interessanti della rivista.
Curato dalla storica dell’arte Gennifer Weisenfeld, docente presso la Duke University e specializzata in arte giapponese, il volume è un densissimo compendio pieno di immagini.
Si può acquistare online, direttamente dal Letterform Archive.
The Complete Commercial Artist: Making Modern Design in Japan, 1928–1930
a cura di Gennifer Weisenfeld
Letterform Archive, 2023
432 pagine
L'articolo The Complete Commercial Artist: un libro raccoglie il meglio dell’omonima rivista giapponese di grafica uscita tra il 1928 e il 1930, scritto da Redazione, proviene da Frizzifrizzi.
